Lorenzo de’ Medici, il Magnifico di Firenze

L’evento 

Lorenzo di Piero de Medici, noto anche come Lorenzo il Magnifico, nacque il 1° gennaio 1449 a Firenze da Piero de’ Medici, detto “il Gottoso”, e Lucrezia Tornabuoni. Rappresentò la famiglia più importante del Rinascimento, influente non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. Fu la personalità più rilevante del Quattrocento: come diplomatico, come signore di Firenze, come banchiere e soprattutto come mecenate e uomo di cultura; si circondò di poeti, artisti e scrittori, fino alla morte avvenuta l’8 aprile 1492 a causa della gotta e di un’ulcera non curata. 

Ritratto di Agnolo Bronzino di Lorenzo il Magnifico risalente al XVI sec. ca.

Contesto storico 

Lorenzo il Magnifico si trovò ad operare in un periodo storico particolare, in cui diverse famiglie cercavano di primeggiare per il controllo di Firenze. I Medici ben presto primeggiarono sulle altre famiglie di Firenze, tra cui gli Albizzi, gli Strozzi e i Pazzi. Dapprima grazie al prestigio di Cosimo, in seguito a quello del nipote Lorenzo, dal 1467 ebbero in mano tutta la Toscana, tranne Lucca, Pisa e Siena. Essi non toccarono mai ufficialmente le istituzioni comunali ma si assicurarono di averne tutte le cariche.

Piazza della Signoria e Palazzo Vecchio
(immagine presa da Italia.it)

La giovinezza di Lorenzo 

Lorenzo ricevette insieme ai fratelli un’educazione classica e umanistica così come un’eccellente preparazione politica, giacché sarebbe divenuto il prossimo a gestire gli affari. Già a dodici anni si interessò grazie a Marsilio Ficino all’Accademia neoplatonica. Inoltre, tra il 1465 e il 1466 gli vennero affidati degli incarichi diplomatici importanti a Milano, a Venezia, a Roma poiché avrebbe dovuto controllare le filiali di queste città. A Roma siglò un contratto che gli avrebbe assicurato delle miniere a Tolfa. Il suo prestigio fu tale che a diciassette anni sedette nel Consiglio dei Cento. Oltre a ciò, per rafforzare il suo legame con Roma, sposò Clarice Orsini nel 1469. Vi fu davvero affetto tra i due, come si evince dai suoi Ricordi. 

Lorenzo de’ Medici in un affresco nel Palazzo dei Medici, 1459.

Ascesa al potere 

I viaggi presso le varie corti gli diedero modo di conoscere la situazione politica ed economica italiana e di familiarizzare con l’attività di banchiere. Dopo la morte del padre nel 1469, Lorenzo prese le redini della famiglia a soli vent’anni. Il potere di Lorenzo avrebbe dovuto essere informale, tanto che restò un cittadino normale; nella realtà non fu così. Egli dominò non solo su Firenze ma anche sulla Toscana e giunse ad influire sulle sorti del resto d’Italia e d’Europa. Ciò gli valse l’appellativo di “ago della bilancia” poiché riuscì ad equilibrare i rapporti tra le varie signorie e diventare il fulcro della politica italiana. 

Politica estera 

Egli dimostrò fin da subito di voler governare Firenze, per tale motivo si assicurò la presenza di esponenti filomedicei nel Consiglio dei Cento. Ciò creò malcontento tra le altre famiglie nobili e perfino delle città vicine, che si ribellarono. La prima ad essere riportata all’ordine fu Prato poi nel 1472 toccò a Volterra, fondamentale soprattutto a livello economico dato che possedeva delle miniere di allume. Dopo una breve resistenza, Volterra capitolò e l’esercito dei Medici per ordine di Lorenzo, si macchiò della strage dei volterrani che suscitò lo sdegno pubblico. 

Moneta raffigurante Lorenzo de’ Medici. (immagine presa via web)
Conflitto con il papa 

Lo scontro di interessi portò Lorenzo ad incrinare nel 1474 il rapporto con Sisto IV; il papa voleva occupare  Imola, Faenza e Città di Castello in Umbria per poi strappare Firenze ai Medici e darla al nipote Girolamo Riario: questo avrebbe comportato l’influenza del papa su tutta l’Italia centrale e Lorenzo non poteva permetterlo, così negò il versamento di 40.000 fiorini a Roma. A questo punto il papa tramò contro Lorenzo e Giuliano, insieme all’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati, Federico da Montefeltro, il re di Napoli Ferrante d’Aragona e i Pazzi.  

Nel 1478, durante la messa pasquale a Santa Maria del Fiore, i congiurati agirono e se Lorenzo riuscì a salvarsi grazie a Poliziano, lo stesso non fu per il fratello Giuliano, che perse la vita. Nel frattempo, coloro che avevano tramato vennero tutti impiccati in Piazza della Signoria, come monito per chiunque avesse voluto opporsi. Questo non fermò il papa che lo scomunicò per aver ucciso l’arcivescovo Salviati e chiuse il banco mediceo a Roma. Inoltre, dichiarò guerra a Firenze con il sostegno di Napoli, Ferrara, Lucca e Siena. Grazie alla sua pronta azione diplomatica nel 1480, il Magnifico riuscì ad ottenere l’alleanza di Napoli e Ferrara; a Sisto IV non restò che siglare la pace e togliere la scomunica. Successivamente, il Magnifico si legò al nuovo papa, Innocenzo VIII, mediante il matrimonio strategico della figlia Maddalena con il figlio del papa. Alla fine del 1487 anche Lucca e Siena erano sotto il suo controllo. 

Politica interna 

Lorenzo, grazie a questa rete di alleanze, riuscì ad imporsi ancora di più su Firenze, istituendo il Consiglio dei Settanta; in tal modo tolse l’autorità al gonfaloniere. La rotazione dei membri non era automatica come avrebbe dovuto essere in un’istituzione repubblicana. Gli ultimi anni furono segnati dal rapporto contrastato con il domenicano Girolamo Savonarola, chiamato a Firenze nel 1490, che dopo la sua morte porterà scompiglio nella città. 

L’importanza di Lorenzo detto Il Magnifico

Egli rappresentò davvero l’ago della bilancia e durante il suo operato si mantenne un certo equilibrio; dopo la sua morte, l’Italia versò nel caos e iniziarono le cosiddette Guerre d’Italia. A partire dall’1492, l’Italia subì le invasioni degli stranieri, in primis dei francesi e non si vide più durante il Rinascimento un uomo così tanto carismatico, spregiudicato e influente come Lorenzo de Medici. 

Nel 2016 è stata prodotta dalla rai una serie tv per raccontare le vicende dei Medici. (immagine presa da raiplay.it)

 

L’attività politica marciò congiunta con quella letteraria. Lorenzo fu il fautore della crescita culturale di Firenze, comportandosi come un vero e proprio mecenate. Sotto la sua tutela la città rinacque; egli fondò la prima accademia d’arte nel giardino di San Marco, che frequentò il giovane Michelangelo. In più commissionò il restauro di Santa Maria del Fiore e il rinnovo di Palazzo Vecchio. La sua corte eclettica fu assiduamente frequentata da Sandro Botticelli, Filippino Lippi, Michelangelo, Leonardo da Vinci, da Poliziano, Marsilio Ficino e il Pulci. Egli stesso compose poesie in volgare e altre opere, tra cui i Canti Carnascialeschi, di cui fa parte il Trionfo di Bacco e Arianna. Lorenzo il Magnifico rappresentò a pieno l’uomo rinascimentale, dedito alla politica, al contempo alla cultura classica e alla riflessione filosofica sulla caducità della vita. D’altronde del doman non v’è certezza!

Il Giardino di San Marco nel palazzo dei Medici.
(immagine presa via web)

 

 

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